Aprire un centro estetico è il sogno di ogni giovane estetista, ma quali sono i passaggi fondamentali?

Abbiamo pensato di elencare tutti gli step necessari al fine di dare una mano a tutte quelle persone che non sanno che pesci prendere.

Uno dei punti cardine per aprire un centro estetico è avere la qualifica professionale di estetista, senza la quale non si può lavorare come estetista e si rischiano sanzioni pecuniarie salatissime.

La qualifica di Estetista si può ottenere frequentando e superando l’esame finale di un corso estetista regionale, fatto da un ente accreditato e abilitato come AC WILD SCHOOL.

Il corso dura 1800 ore suddiviso in 2 anni (da noi solo 1 anno “Corso Estetista Veloce”)  e verranno apprese tutte le informazioni teoriche e pratiche necessarie che stanno alla base di questo mestiere.

Una volta ottenuta la qualifica professionale di estetista, sarà possibile lavorare presso un centro estetico o una parrucchieria, ma non è ancora sufficiente per aprire un centro estetico e diventare imprenditrici di se stesse, infatti l’ultimo passaggio da compiere è ottenere la specializzazione, ovvero frequentare e terminare l’esame finale di un corso di specializzazione per estetista  il quale dura 900 ore e ha validità a livello europeo.

Successivamente gli step che compongono l’iter burocratico da seguire per aprire un centro estetico sono:

  1. Iscrizione alla Camera di Commercio del luogo di residenza
  2. Apertura della relativa partita IVA
  3. Richiesta di “licenza di estetista” presso lo Sportello per le Attività Produttive del Comune di residenza
  4. Richiesta nulla osta igienico-sanitario presso l’ASL del Comune di competenza
  5. Nomina di un Responsabile del centro che potrà essere il titolare stesso, un familiare o un dipendente
  6. Apertura posizioni INPS ed INAIL di titolari e dipendenti del centro estetico

Come deve essere un Centro Estetico?

Le dimensioni minime di un centro estetico variano necessariamente in base a criteri logistici ed amministrativi. Infatti bisogna tenere in considerazione il fatto che in Italia non esiste una normativa unica ed univoca su tutto il territorio nazionale. Si dovrà tener conto di tutte le piccole e grandi “postille” che ASL e Uffici comunali disciplinano nel singolo territorio.